Scusi, sa dirmi a che
ora parte la corriera?
Giovanni si toglie di bocca la quarantesima sigaretta della
giornata e la ripone nell’incavo dell’orecchio come faceva suo padre prima di
lui.
E questo qui da dove salta fuori? Si porta pensieroso le
mani sotto il cappello di paglia da lavoro e si guarda intorno cercando di
capire da parte è arrivato. Prende tempo.
Dice a me?
E a chi altri? C’è
solo lei qui intorno, se non sbaglio.
Giovanni lo osserva con scrupolo, a volte dall’abbigliamento
si possono avere indicazioni della provenienza. Lo sconosciuto indossa un abito
pulito scuro e anonimo, di quelli che ce l’hanno quasi tutti un abito così.
Anche Giovanni ne ha uno del tutto simile nel suo armadio. Lo tiene da conto
per un’occasione speciale.
Guardi che da qui non
parte nessuna corriera e nemmeno ne passano.
Taglia corto, non vuole imbarcarsi in una discussione. A
volte si mettono a raccontargli le loro storie e si rischia di farsi
coinvolgere inutilmente. E comunque il suo turno è finito e lo straordinario
per le informazioni non glielo paga nessuno. L’unica cosa che desidera fare è
tornare a casa, farsi una doccia e mettersi a tavola.
Riprende la sigaretta che aveva appoggiato all’orecchio e l’accende.
Aspira il fumo, lo manda sopra la sua
testa, quindi con calma aggiunge
Dove deve andare?
E’ la solita storia. Quasi ogni giorno è costretto a
ritardare la chiusura perché c’è sempre qualcuno che si perde e vuole sapere da
lui a che ora passa questo o quell’altro mezzo.
Sapessero almeno dove vogliono andare. Invece quasi nessuno
lo sa. Chi vuole sapere dov’è la stazione dei treni, chi la strada per
l’aeroporto, un altro, tempo prima, gli aveva chiesto dove poteva prendere la
carrozza. La gente che si perde lì dentro è proprio strana.
Lo sconosciuto appare in stato confusionale. Continua a
guardarsi attorno con l’aria smarrita, esita, riflette, alla fine si decide ad
ammettere
Veramente non so
Dite tutti la stessa
cosa. Prima arrivate davanti al cancello con l’aria spavalda e quando vi
trovate davanti una destra e una sinistra non sapete da quale parte andare.
Finisce di fumare aggiustandosi il cappello di paglia sulla
nuca, l’altra mano nella tasca dei pantaloni da lavoro, cercando di ritagliarsi
un altro momento di pausa, prima di rimettersi al lavoro che pensava di aver
terminato.
Eh sì, perché questo tipo non sa dove deve andare ma non sa
nemmeno da dove è arrivato e adesso per riaccompagnarlo al luogo di partenza si
dovrà girare tutto il cimitero, come al solito.
Assurdo kafkiano, che poi tanto assurdo non è.
RispondiEliminaCapita a tutti di perdersi per un giorno, un mese o un anno.
L'importante è ritrovarsi!
Vero, capita anche ai vivi di perdersi.Grazie Cataldo, non vorrei si rivoltasse Kafka
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