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A Luigi- silloge breve

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martedì 19 maggio 2020

Salsicce e chanel




 “Vuoi venire ad aprirmi, dannazione, che questo pacco pesa?”, avevo ringhiato fuori della porta con la bava alla bocca per la stanchezza. Poi mi ero accorto che la porta era socchiusa  e  m’ero fiondato dentro accecato dalla sete atterrando sul secchio dell’acqua sporca per i pavimenti che Bella aveva lasciato nel bel mezzo dell’ingresso.
Sempre la solita storia, lei lasciava le cose fuori posto e la colpa di sbatterci contro era sempre mia.
A me quella storia di fare l’inviato dal droghiere ogni sabato mattina per darle il tempo di mettere a posto la casa senza avermi tra i piedi proprio non andava via. Ma avrei fatto qualunque sacrificio per la mia Bella.
A proposito come mai ancora non era arrivata a farmi la solita predica?
Mi ero avviato verso la cucina con passo felpato. L’avrei raggiunta di soppiatto alle spalle e lei avrebbe finto di spaventarsi, le avrei strappato il solito sorriso e forse anche effusione di mezza giornata poi sarei sprofondato  nel nostro bel divano morbido in attesa che mi raggiungesse per vederci un film, che regolarmente sceglieva lei. A me del film non importava niente, mi bastava il divano, il calore del suo corpo accanto al mio e il profumo di lei dentro il naso, un misto di chanel e salsicce che avrebbe trovato irresistibile anche Casanova.
Intanto che avanzavo, mi ero accorto che qualcosa non andava perché non la sentivo cantare Amoreamorportamitanterose né udivo il solito rumore che fa da sottofondo alla sua voce, quella specie di grancassa che tutte le donne si mettono a suonare quando è il momento di riporre pentole piatti e bicchieri al loro posto. Infatti, Bella non c’era e la cucina era ancora in disordine.
Quatto quatto mi ero allora diretto verso il bagno. Le salsicce sono pesanti, mi ero detto, anche se io le avevo sempre digerite benissimo. Ma il bagno riluceva di quell’olio di gomito speciale del fine settimana e della mia Bella non c’era alcuna traccia neanche lì.
Ero di nuovo sul corridoio, quando m’era parso di sentire un rumore in camera da letto. Che avesse deciso di fare un riposino invece di vedere il film? Per un abitudinario come me, quello stravolgimento di tutte le regole era quasi un cataclisma. Inoltre c’era in giro uno strano odore. L’avevo sentito anche appena entrato ma non vi avevo dato peso visto che il sabato la casa diventa una specie di approdo per venditori di tutto e vicini a corto di vettovaglie, che a volerli catalogare dagli odori ci vorrebbe un esercito di cani da tartufo.
Con la mia Bella doveva esserci qualcun altro, m’ero allora detto.
Non che io sia tontolone, ma fino a quel momento, devo ammetterlo, il dubbio non mi aveva nemmeno sfiorato. Cosa fare? Prendere il toro per le corna e abbatterlo o battere in ritirata strategica e gustarmi il piatto freddo della vendetta in un secondo momento? Siccome i piatti io me li gusto sempre sia caldi che freddi purché dentro ci sia quel che mi piace, fidando nella stazza che madre natura mi ha regalato, mi ero fiondato nella stanza urlando come un forsennato.
Lo presi dritto sulle parti basse, mentre era intento a frugare nei cassetti del comò. Gli strappai a morsi un pezzo di tuta blu e pure qualche grammo di peli muscoli e sangue, poi lo affrontai sul davanti col mio cipiglio peggiore e lui si arrese. Fuggì dalla terrazza come un fulmine, coprendosi la ritirata con un paio di pallottole come nei film western. Feci appena in tempo a vedere la mia Bella imbavagliata e legata come una salsiccia sopra il letto, poi persi conoscenza.
Cosa volete che vi dica? Da quel giorno sono ancora più felice di prima. Non devo più aspettare il sabato per farmi quattro coccole con lei sul divano, Bella è affettuosa con me ad ogni ora del giorno e mi ha pure esonerato dall’andare a ritirare la spesa dal droghiere all’angolo.
La ferita d’arma da fuoco sta guarendo e non so quanto durerà questa pacchia. Comunque è cambiato tutto in meglio. Lo ha detto anche il brigadiere che se non era per quei quattro peli muscoli e sangue che mi hanno trovato fra i denti il ladro non l’avrebbero mai preso. Forse mi daranno pure una medaglia ora che sono diventato un eroe, ma non ci tengo. Mi basta solo che la mia Bella mi stia vicino ripetendo che sono il suo tesoro e che le ho salvato la vita, e soprattutto che non smetta di farmi tutti quei grattini sulla pancia che sono la fine del mondo.
Provare per credere, parola di San Bernardo.


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